Ieri pomeriggio mi arriva unmessaggio su Instagram da un amico e cliente Farmacista che mi invia una fotopresa dal sito di un quotidiano (lastampa.it).
Oltre la foto mi scrive: "Ciao Luca! Hai Letto??? Lo hannofatto a Torino! Lo sapevo che ci avevi dato un’idea vincente un anno fa, bruttoavere due soci pigri!! Quando ripassi a trovarci, magari si convincono."
L’amico Farmacista è uno dei tresoci di una bella Farmacia sulla costa adriatica, di una regione del Centro. Laloro Farmacia negli ultimi anni non stava riscontrando performance moltopositive e quindi circa un anno fa ci siamo incontrati per capire insieme comepoter iniziare a "farmeglio". Studiando la loro situazione sono riuscito aconsigliare delle migliorie da apportare velocemente sia nella gestione degliacquisti sia nella predisposizione dell’area vendita "abbandonata a se stessa".Ma non bastava. In questa analisi ho provato intutti i modi a far capire, che rispetto ad altri loro colleghi, avevano unafortuna enorme che stavano trascurando, avevano uno storico ed attrezzato laboratorioche però sfruttavano al 10% delle effettive potenzialità. Il laboratorio galenico pensodovrebbe essere tra le principali espressioni delle competenze professionali diun Farmacista ma anche della sua creatività.Per questo motivo oltre aver iniziatoa comunicare meglio ai loro clienti e non solo, questo importante "plus" dellaFarmacia avevo proposto l’idea per una preparazione che avesse sfruttato almeglio un prodotto naturale del loro territorio approfittando anche della "vocazione"turistica dello stesso e quindi di un maggiore bacino d’utenza proveniente in alcuni periodi dell’anno da tutta Italia. Purtroppo inizialmente l’idea èstata appoggiata da uno solo dei tre soci (quello che mi ha scritto) ma inseguito a quello che è successo anche a Torino ci rivedremo per riparlare delprogetto. Non è mai troppo tardi!
COSA HANNO FATTO A TORINO?Come riporta l’articolo de LaStampa (clicca qui per la versione integrale): "Un’antica ricetta riscopertaquasi per caso che diventa l’ingrediente di tendenza dell’estate torinese. Èl’Elisir di China, recuperato dagli archivi della antica Farmacia degli Stemmi,in via Po a Torino."..."Ho ripreso la ricetta dellachina tradizionale che ho armonizzato nei profumi - racconta la responsabileClaudia Maranzana - e ho recuperato anche il nome originale che è proprioElisir di China" ..."La tradizione lo consiglia puroper facilitare la digestione, ma per rivitalizzare una ricetta tutta torinesela farmacista lo ha sperimentato in alcuni cocktail"
CHE SPUNTI POSSIAMO TRARNE?
- Specializzazione. Riuscire e fare la differenza in qualche servizio o attività è fondamentale nella moderna concezione di Farmacia, riuscire a farlo grazieal proprio laboratorio galenico è sicuramente molto soddisfacente.
- Marginalità.Creare un prodotto "proprio" non da solo soddisfazioni personali ma superati costi di ricerca & sviluppo iniziali e ovviamente quelli di produzione e promozione si riesce ad avere anche una buona marginalità.
- Comunicazione. Grazie all’idea sviluppata in laboratorio, la Dr.ssa Maranzana ed i suoi colleghi sono riusciti a far parlare su scala nazionale della loro realtà (proprio in questo momento lo sto facendo anche io).
- Brand. La visibilità ed ifeedback positivi sul prodotto hanno indubbiamente rafforzato il "marchio" dellaFarmacia degli Stemmi rendendolo riconoscibile non solo nel proprio territorio locale.
Concludo facendo i complimenti a questi Farmacisti che hanno saputo rivalutare questa antica preparazione riproponendola in un contesto attuale trovando un modo alternativo per esaltare la professionalità del Farmacista-preparatore.