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3 Farmacisti raccontano la loro "storia di camice"

2019-03-23 20:30

Luca Caliò

News, Sport, Gestione Farmacia, Cronaca, Camice, Storie di Farmacia, Farmacisti,

3 Farmacisti raccontano la loro "storia di camice"

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In seguito al recente post sull’importanza del camice bianco in farmacia (leggi l’articolo completo), ho ricevuto diverse risposte e opinioni. Con piacere pubblico in modo anonimo tre esperienze che mi sono state raccontate e in cui si riconosceranno in molti.
QUANDO IL TITOLARE NON DA L’ESEMPIO - Dott. S. (Lazio) Ho letto l’articolo sul suo sito www.farmeglio.nete purtroppo devo riscontrare un’esperienza simile anche nella Farmacia privatadove lavoro. Ho la fortuna di svolgere la mia amata professione da circa 8 anniin una Farmacia di un centro urbano. Finalmente faccio quello che avrei semprevoluto fare a tempo pieno e in una realtà in cui molti miei colleghi farebbero "cartefalse" per lavorare. La nota negativa è che uno dei due soci titolari (entrambifarmacisti) ed il mio collega (farmacista) con maggiore anzianità di servizio indossanoil camice una volta su dieci. Io ed un’altra mia collega (farmacista) facciamodi tutto per far capire che è una nota squalificante ma sembrano proprio nonvolerne sentire. L’altro titolare, impeccabile in tutto, non riesce ad imporsicon il socio lasciando questa situazione "promiscua" che a mio parere favoriscel’immagine della Farmacia competitor più vicino alla nostra dove oltre ad unambiente più "fresco" sono tutti (anche i magazzinieri) con camice croce e/otesserino. Suggerimenti?
RESISTERE PER PASSIONE. - Dott.ssa F. (Piemonte)Dal 2017 lavoro in un Erboristeria che si è poi trasformata in Parafarmacia.

Sono l’ultima arrivata nello staff di tre persone composto oltre che dalla Titolare (farmacista) da un altro dipendente (non farmacista) e me (farmacista).
Il dipendente non farmacista, è stato assunto da prima che l’Erboristeria si trasformasse in Parafarmacia, dopo la trasformazione è arrivata la mia assunzione. Purtroppo invece di valorizzare la mia figura professionale, viene fatto di tutto per sminuirla. Mi è vietato di mettere il camice bianco e il tesserino per evitare di creare "complessi di inferiorità" al mio collega non farmacista. Inoltre non c’è nessun tipo di differenziazione ne di mansioni ne di retribuzione. 
Di sicuro vi chiederete come mai non cambio lavoro... mi sto guardando intorno, ma non é facile.
 UN DETTAGLIO CHE DISTINGUE. - Dott.ssa R. (Marche) Farmacista, fiera di esserlo. Gestisco la Farmacia Rurale che erastata prima di mio nonno e poi di mio padre. Molti pensano che non essendo incittà come Roma o Milano, ci siano degli ampi tempi morti nelle nostre piccolerealtà ma non è così. Mi trovo a fronteggiare da sola tutti gli aspetti dellagestione, affiancata da un commercialista che "dorme" e una collaboratricepart-time (farmacista) a cui non posso chiedere nulla che vada oltre lemansioni di vendita al banco e carico della merce quando non ci sono. Non sonoscuse ma la conferma che a volte, si arriva in Farmacia è c’è già una fila dipersone uscite dal medico di base che ti aspettano e in quel caso ci sidimentica di mettere il camice. Un episodio mi ha fatto capire l’importanza cheha questo elemento distintivo. In uno di quei pomeriggi dove si riapre già inaffanno, un signore (mai visto) nell’entrare mi guarda e sembra bloccarsi. Dopoqualche secondo si avvicina al banco e sorridendo dice "pensavo di essereentrato per sbaglio nella tabaccheria qui vicino". I clienti abituali nonavevano notato nemmeno la mancanza del camice, mentre questo signore avevaaddirittura messo in dubbio di essere entrato in Farmacia. Da quel giornomettere il camice bianco è la prima cosa che faccio. 
Avete altre esperienze da raccontare, spunti o suggerimenti su questo argomento?Scrivete le vostre storie a info@farmeglio.net le pubblicheremo in modo anonimo.

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